Inizio del nuovo anno...
Abbiamo appena trascorso un anno assieme, molti di voi hanno cominciato addirittura a scrivermi per saperne di più e capire più a fondo la meditazione, magari iniziando a praticarla e dedicare un po’ del loro tempo prezioso a questa disciplina meravigliosa.
Oggi, visto che le festività natalizie appena passate, mi piacerebbe sottolineare uno dei doni che la meditazione, nel tempo, ci mette a disposizione. A mio avviso, praticando con una certa costanza e una certa intensità, la meditazione ci aiuta a essere non solo più presenti ma, soprattutto, ad accorgerci degli altri, di chi abbiamo vicino e smetterla di vederli solamente come “altri”.
Questo mese vorrei sottolineare un momento della meditazione che definirei importante se non addirittura fondamentale. Molto spesso mi capita di sentirmi chiedere, dai miei allievi, se è proprio necessario trascorrere così tanto tempo sul cuscino da meditazione, se alla fine è utile impiegare il proprio prezioso tempo in una attività che, almeno apparentemente, non pare regalare tanto facilmente risultati tangibili.
La risposta che quasi sempre mi viene in mente, in questi frangenti, è un bel NO!
Bentornati in questa rubrica, ma prima di iniziare vi propongo un piccolo esperimento…
Di certo avrete tra le mani Occhi, oppure lo state leggendo dallo schermo di un computer o di un tablet. Bene, trovate una posizione comoda ma non troppo, da seduti andrà benissimo. Fate qualche respiro profondo tentando di lasciar andare ogni pensiero.
Ora contate mentalmente dieci respirazioni complete partendo da dieci fino a uno, in questo modo: inspiro 10, espiro 10… inspiro 9, espiro 9… e via così. Fatelo a occhi chiusi e lentamente, datevi un po’ di tempo…
La padronanza della propria mente,
ribelle, capricciosa e vagabonda,
è la via verso la felicità.
Dhammapada
Potremmo anche dire che questo verso del Dhammapada (un testo del canone buddhista), è una sorta di summa della meditazione, una semplice ma efficace frase che indica la meta di chi medita, di chi si affida a questa pratica per la propria pace interiore o per cercare un contatto col sé.
Quei termini ribelle, capricciosa e vagabonda, esprimono chiaramente l’andamento giornaliero dei nostri pensieri, i moti emotivi del nostro pensare quotidiano.
Quante volte vi siete trovati a inseguire la vostra mente?
Torniamo a parlare di meditazione in questa rubrica che cerca di dissipare dubbi e perplessità attorno a una disciplina che, in un modo o in un altro, accompagna l’uomo da migliaia di anni.
Spesso, nelle mie serate di presentazione, le persone che vengono a parlare e praticare con me, mi rivolgono domande di ogni genere. La meditazione è un tema affascinante che fa sorgere interrogativi, i più strani, proprio perché attorno ad essa, in migliaia di anni, sono fiorite leggende e miti di ogni genere e da ogni latitudine.
Si va da quesiti semplici come: “Quanto tempo meditare?” fino ai limiti estremi: “In meditazione accederò alle mie vite precedenti?”
Su questo enorme range di richieste mi devo barcamenare con la chiara consapevolezza che, in tutta sincerità, non ho una risposta per tutti i quesiti, ma posso di certo attingere a una certa esperienza che mi permette, se non altro, di dare un indirizzo o un consiglio.
Soprattutto per chi è palesemente… fuoristrada.
Ti piacerebbe conoscermi?
Vieni alle presentazioni dei miei libri o alle mie conferenze