Meditare per Essere
e

Agosto 2019

Ormai il periodo delle vacanze sta terminando, ognuno di noi torna alle proprie abitudini e la routine quotidiana sarà di nuovo padrona delle nostre giornate.

L’aver mutato i ritmi di vita porta spesso a cambiare anche le modalità con cui si riprende poi la vita di tutti i giorni. Molto spesso, parlo per esperienza personale, si tende a lasciar andare, a mettere nel dimenticatoio quelle che erano le buone intenzioni del pre-vacanze.

Lo stress dell’inizio lavoro, il reimmergersi nei ritmi a volte forsennati della giornata lavorativa, ci fa dimenticare tutte le buone intenzioni con cui avevamo intrapreso un cammino di consapevolezza e un percorso per diventare più presenti.

Pensate a quante volte, ad esempio, una dieta viene lasciata proprio nella pausa estiva e al ritorno non si ha nessuna voglia né intenzione di riprenderla. È un classico che miete una percentuale altissima di vittime. La volontà cede di fronte alla miriade di impegni che si presentano all’orizzonte del nuovo inizio, del ritorno al nostro solito mondo.

Che fare allora?

Luglio 2019

Bentornati.

Ormai l’estate è alle porte e di certo una delle cose più difficili da mantenere, durante il periodo estivo, sono i buoni propositi e le attività che, con le unghie e con i denti, si erano messe in atto durante l’anno.

Naturalmente la pratica meditativa non è da meno e rischia di fare la stessa fine.

Capita infatti che alcuni miei allievi, all’arrivo della stagione calda, mi descrivano le loro difficoltà del tipo: “troppo presto, sveglierei tutti in albergo”, “dormiremo tutti in una stanza”, “non saprei dove fare meditazione”, “nella valigia non ho spazio per lo zafu (cuscino da meditazione)”, oppure la più deprimente di tutte: “ma, Demetrio, sono in ferie”, come a dire che anche la meditazione è un impegno, tra i mille che già abbiamo, al che mi piglia una tristezza infinita.

Giugno 2019

La meditazione è una pratica millenaria, antichissima, tracce si trovano un po’ in tutti i testi dell’antichità soprattutto nell’area orientale. Ma per quale motivo gli uomini, esplorando se stessi, hanno individuato nella meditazione una delle pratiche più efficaci per conoscersi?

In alcuni testi si indica la meditazione come lo strumento principe, a volte il solo, in grado di permetterci un reale contatto con il proprio Sé interiore. Quali sono i motivi per cui sedendosi e chiudendo gli occhi ci si dovrebbe incontrare, conoscere, mentre normalmente non è così o perlomeno non accade?

La risposta è tanto semplice quanto disarmante.

Maggio 2019

In questo articolo mi piacerebbe portare, alla vostra attenzione, alcuni dei benefici che la Meditazione mette in atto praticando con una certa costanza, dandosi un ritmo quotidiano.

Cosa intendo per costanza e ritmo?

Direi che, al pari di ogni obbiettivo che si intende raggiungere, anche la Meditazione ha necessità di essere praticata con perseveranza, tutti i giorni. Questo è il solo modo per dare corso a una reale trasformazione di sé.

Per questo motivo desidero indicarvi alcuni benefici a breve, medio e lungo termine che possono accadere praticando con costanza.

Dopo alcune settimane a volte addirittura pochi giorni, dipende da molti fattori compresa l’indole di chi medita, si può notare un miglioramento delle condizioni del corpo. Meditando si tende naturalmente a perdere quelle tensioni, quegli irrigidimenti che spesso ci “assalgono” durante la giornata rendendoci contratti e procurandoci fastidiosi stati di malessere.

Aprile 2019

Continuiamo ad approfondire la pratica cercando spunti di riflessione su come portarla nella quotidianità e farla diventare una attività continuativa, solo così gli effetti saranno concreti.

Vi sarà di certo capitato, nel corso della vostra quotidianità, di accorgervi di aver perduto interi momenti del giorno. La distrazione a volte è così potente ed estesa da portarci con sé per molto tempo, tanto da farci persino scordare il motivo per cui siamo in un luogo o stiamo facendo una cosa. Ma questo tipo di comportamento non è anormale, la mente agisce in questo modo sempre e non è una anomalia che crei con costanza questa enorme massa di pensieri, questo sistematico reticolo di concetti simili a una cascata, nei quali è pressoché inevitabile perdersi.

Ci sentiamo quasi costretti a seguire questa fantasmagoria di colori che la mente è in grado di creare e, quasi ipnotizzati da essa, ne siamo completamente catturati, sequestrati, come il canto delle sirene per Ulisse e i suoi uomini nel mitico viaggio di ritorno ad Itaca.

Che fare?

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