Ottobre 2020

La Paura…

È il tempo della Paura, inutile nasconderlo, inutile mascherarlo.

Come più volte affermò l’immenso Emanuele Severino, una delle più brillanti menti del secolo scorso, le parole custodiscono una saggezza nascosta che nasce ancor prima del loro significato conosciuto. Ne sono ben conscio e infatti ogniqualvolta incontro una parola di cui intendo studiare il significato, innanzitutto ne cerco l’etimo.

Paura ha radici lontane e proviene dal latino Paveo, termine che ha a che fare con l’essere intimorito, atterrito, messo a terra appunto. Infatti si tratta della stessa radice che ha prodotto la parola Pavimento. Essere preda della paura ci schiaccia, ci fa cadere dalla paura appunto.

Ma le radici indoeuropee sono ancora più interessanti. In sanscrito, antichissima lingua da cui provengono tante delle lingue attuali, paura si dice Bhaya dove Ya è particella che sta per Anima individuale mentre Bha è radice per luce, luminosità, intesa come consapevolezza di essere. Tutto questo è veramente molto interessante perché ci dice che la Paura ha a che fare con la nostra stessa esistenza. Una volta venuti alla luce, come si è soliti definire la nascita, è pressoché necessario fare l’incontro con la Paura.

L’etimo del termine ci narra che la Paura è connaturata all’avventura umana e che, una volta giunti in questo mondo, di certo incontreremo una delle infinite forme della Paura.

Inevitabile quindi è il termine che assocerei alla paura ma, allora, come possiamo venirne a capo?

Le antiche tradizioni orientali ci indicano la via attraverso la meditazione

L’atto del meditare, di divenire consapevoli di sé e dei propri limiti ci aiuta a realizzare che questi confini sono tracciati dall’ignoto che tutt’attorno delimita il nostro vivere e ciò che siamo soliti chiamare Libertà. Accorgersene è il primo passo, essere perfettamente consapevoli che la paura è parte sostanziale del nostro vivere è il primo atto per superarla.

E… non facciamoci ingannare, la paura non si batte affrontandola, come si è soliti affermare con quella nota di spavalderia che ci fa sentire un po’ più sicuri. L’unica via per superare un tale ostacolo, a volte così grande da sembrare invalicabile, è accoglierla, integrarla, farla propria e accettare che esiste una parte di noi debole, insicura e quindi facile a subire la paura.

Solo questo modo ce la farà accettare, non quindi come una anomalia ma come una normale qualità del nostro esistere in questa dimensione.

La meditazione ci aiuta quindi a osservare ciò che accade dentro di noi in questi particolari momenti, ci fa abituare a una condizione che normalmente ci atterrisce ma che invece, se osservata bene, nella maggior parte dei casi non è che una delle tante emozioni che ci attraversano, ci abitano giorno dopo giorno senza soluzione di continuità.

Facciamo una prova, alla prima occasione provate a testare questa via percorrendola per capire se fa per voi.

Come?

Semplicemente sedendovi in silenzio e portando alla vostra attenzione una situazione, un fatto, un accadimento che ha provocato in voi paura, in cui vi siete sentiti atterriti, intimoriti. E poi…

E poi provate a prendere familiarità con questa parte debole della vostra personalità accogliendola con gentilezza, amorevolezza e accudendola pensando che è del tutto normale essere in preda a momenti di timore.

Fatelo, i risultati saranno stupefacenti… provare per credere!

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