Agosto 2020

Mente e Cuore…

La riflessione di questo articolo parte da lontano, molto lontano, forse addirittura dalle origini della mia ricerca fin quando, da ragazzo, iniziai a interrogarmi sul significato della vita e su come, in questo spaccato di storia e di civiltà, noi occidentali abbiamo affrontato questa avventura.

Prima un piccolo chiarimento, cosa intendo per occidentale perché non vi siano fraintendimenti e soprattutto idee separative o pseudo-razziste. Semplicemente intendo una modalità di pensare, un impianto strutturale della mente che ha le radici ben piantate nell’occidente fin da quando, nell’antico bacino greco più di 2.500 anni fa, abbiamo abbandonato l’interpretazione della realtà attraverso il Mythos e abbiamo abbracciato il Logos.

In pratica si è lasciata una visione olistica, come si direbbe ora, e si è iniziato ad analizzare, scandagliare, differenziare la realtà cogliendone i particolari, spezzettandola (passatemi il termine) nel tentativo di giungere alla Verità.

Ed ecco che nacque la filosofia, cosi come la conosciamo, e la logica con le sue deduzioni.

Fin qui tutto bene, il metodo poi si è rivelato efficace e ci ha permesso di arrivare fino ad oggi avendo scoperto e alimentato discipline essenziali alla nostra vita come le scienze, la matematica, la psicologia perfino la religione è stata toccata da questo metodo, basti pensare a quale a quanto forte fu l’impatto della Scolastica nella religione cristiana.

Ma perché vi racconto tutto questo?

E cosa ha a che fare con il titolo: “Mente e Cuore” ?

Semplice. Ogni volta che facciamo una scelta, necessariamente, ciò che viene escluso è abbandonato e ne perdiamo i benefici, così come se a un bivio intraprendiamo un sentiero l’altro viene perduto perdendo tutto ciò che avremmo vissuto e sperimentato.

Allo stesso modo quando a quel tempo abbiamo privilegiato la mente analitica, logica, separativa abbiamo escluso il cuore con tutte le sue qualità di apertura, empatia, inclusività e per quanto mi riguarda i segni e gli effetti si vedono tutti in questa società.

Non aver equilibrato le due forze interiori che agiscono nell’uomo ha portato a un enorme disequilibrio che penso sia sotto l’occhio di tutti. Un esempio sugli altri, perché ve ne sarebbero da riempire pagine e pagine, è l’uso della Natura.

L’uomo moderno pensa alla Natura come a un magazzino, un deposito, da cui prendere quello che serve, quando serve, nella quantità di cui vi è bisogno… non si pensa o quasi che tutti siamo compagni di viaggio su un pianeta che viaggia nell’Universo da milioni e milioni di anni.

E allora perché la meditazione?

Semplice, perché il meditante dovrebbe porre una profonda riflessione sul perché medita, sul motivo che lo porta tutti i giorni a sedersi sul cuscino da meditazione. le motivazioni non dovrebbero essere solo lo stare meglio, il dormire meglio o il risollevarsi dai momenti di stress che la vita gli procura.

La riflessione dovrebbe portarlo a desiderare di far tornare in equilibrio mente e cuore, alimentando ciò che per tanto, troppo tempo, è stato trascurato… il cuore.

Nutrire quindi l’empatia, coltivare le facoltà luminose della mente e tornare ad aprire il cuore verso se stessi e verso le persone che con noi stanno condividendo questo cammino.

Fino a quando non faremo questo, fino a quando non alimenteremo il cuore e lo insegneremo alle generazioni future, questa società non farà un solo passo verso la luce.

Continueremo inesorabilmente a sprofondare nel buio del profitto fine a se stesso coltivando una società tutta ripiegata sull’utile e sulla competizione.

Ah, un’ultima cosa, smettiamola di chiamarlo Progresso…

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